Published On: Mer, Giu 3rd, 2020

Diventare astronauta: requisiti e formazione per viaggiare nello spazio

Diventare un astronauta è il sogno di tanti bambini, ma è anche un sogno che nella stragrande maggioranza dei casi si spegne lungo la strada della vita. Sono infatti pochi gli eletti che arrivano nello spazio. Essere un astronauta richiede requisiti rigorosi e tanto impegno. I candidati hanno un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, e solitamente lasciano carriere prestigiose per ricominciare dal basso. Eppure, 18.353 americani hanno preso parte alle ultime selezioni della NASA.

I REQUISITI 

Come dicevamo, tra i requisiti fondamentali c’è una grande forma fisica unita a competenze tecniche, essere disposti a lunghe giornate di lavoro e a viaggiare tanto, pur essendo consapevoli che non vi è alcuna garanzia di essere scelti.
I requisiti di base sono una laurea in ingegneria, scienze biologiche, scienze fisiche, informatica o matematica, seguita da tre anni di esperienza professionale (o 1.000 ore di volo in aeromobili a reazione). Tuttavia, ci sono molte altre abilità che possono essere una risorsa per la selezione, come le immersioni subacquee, l’esperienza nella natura selvaggia, l’esperienza di leadership e la facilità di parlare molte lingue (in particolare il russo, che tutti gli astronauti devono imparare).

Sin dal 1959, anno delle prime selezioni, il programma spaziale è cresciuto ed è cambiato in modo significativo. Le prime classi di astronauti furono attinte in gran parte dai militari, in particolare dai piloti in prova – un gruppo ritenuto pronto ad affrontare i pericoli estremi dello spazio. Successivamente, man mano che il programma della NASA si evolveva, erano necessarie competenze più diversificate.

La nuova classe di astronauti deve saper utilizzare una grande varietà di veicoli spaziali. Dalla Soyuz e dalla nuova capsula New Dragon, alla Stazione Spaziale Internazionale, destinazione principale per testare voli spaziali di lunga durata. Inoltre, le future e ambiziose missioni spaziali prevedono viaggi sulla Luna e su Marte attraverso la navicella spaziale Orion per l’esplorazione dello spazio profondo e con i veicoli delle agenzie private SpaceX e Boeing.

LA CARRIERA

Racy Caldwell-Dyson nel modulo Cupola, osserva la Terra durante la missione Expedition 24. Credit: NASA

La carriera di un astronauta è composta principalmente dall’addestramento e al supporto verso altre missioni, e solo una parte (forse), prevede di divenire protagonisti di un volo spaziale. La formazione di base dura circa due anni, dove si apprenderà l’addestramento alla sopravvivenza, la lingua, le abilità tecniche e altre cose di cui hanno necessità. Gli astronauti impareranno inoltre a fluttuare nello spazio, come fare robotica, come pilotare i T-38 e come operare sulla ISS. Non mancheranno tante ore di pratica nella piscina di galleggiamento neutra gestita dalla NASA e situata presso il Sonny Carter Training Facility, lunga 62 metri, larga 31 metri e profonda 12,34 metri, contenente 23,5 milioni di litri d’acqua. Dovranno inoltre usare una versione terrestre del braccio robotico Space Station Remote Manipulator System (SSRMS), e studiare geologia.
Successivamente, saranno assegnati a una missione spaziale o a ruoli tecnici presso il Johnson Space Center di Houston.  Ruoli che possono includere il supporto a missioni spaziali in corso o consulenza agli ingegneri Nasa su come sviluppare i futuri veicoli spaziali.

COLLABORAZIONI 

Mentre i candidati astronauti selezionati dalla NASA lavoreranno principalmente per quell’agenzia, saranno coinvolti in una rete di partenariati internazionali. Insieme ai partner commerciali negli Stati Uniti che sviluppano hardware per i voli spaziali e ai vari centri della NASA che lavorano nei voli spaziali umani, ci sono 16 nazioni che partecipano alla Stazione Spaziale Internazionale, ognuna con il proprio regno di competenza.

Credit: Nasa

Ad esempio, Roscosmos (l’agenzia spaziale federale russa) gestisce diversi moduli nella stazione e trasporta gli astronauti nello spazio usando il razzo Soyuz. L’Agenzia spaziale canadese partecipa a operazioni robotiche, come la cattura di navi mercantili con Canadarm2. Altri importanti partner internazionali includono l’Agenzia spaziale europea (ESA) e l’Agenzia di esplorazione aerospaziale giapponese (JAXA). Ognuna di queste agenzie ha i propri astronauti che lavorano sulla stazione spaziale e nell’ufficio degli astronauti. Naturalmente per quanto ci riguarda da vicino, il concetto qualora un astronauta italiano partecipasse alla formazione dell’agenzia spaziale europea ESA, sarebbe identico.

VALUTAZIONE 

Ogni domanda viene attentamente esaminata da una commissione di 50 astronauti, che seleziona alcune centinaia di curriculum altamente qualificati, effettuando verifiche su ogni singolo candidato attraverso interviste e visite mediche. Successivamente, i primi 50 candidati vengono sottoposti a una seconda serie di interviste e altre proiezioni mediche. I candidati astronauti finali saranno selezionati da questo gruppo di 50 persone. I fortunati vincitori ricevono una telefonata dal capo della direzione delle operazioni di volo, nonché dal capo ufficio degli astronauti.
La NASA chiede ai candidati di condividere le notizie solo con la parentela più stretta fino all’annuncio ufficiale.
L’agenzia governativa organizza quindi una conferenza stampa e invita i giornalisti per porgere domande. Da quel momento, gli astronauti, per diversi mesi, avranno poche occasioni di parlare con il mondo esterno.

Nonostante il lavoro di prestigio e gli alti rischi a cui si va incontro durante i voli spaziali, gli astronauti guadagnano cifre non troppo elevate se paragonate a personaggi televisivi o sportivi noti. Lo stipendio varia tra 70.000 e 120.000 dollari annui.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it