Published On: Dom, Giu 7th, 2020

Come varia l’inclinazione degli anelli di Saturno dalla Terra

Anche se dal nostro pianeta sembrano un unico corpo solido, gli anelli di Saturno sono composti da miliardi di piccoli oggetti rocciosi della grandezza che varia dal micrometro al metro, orbitanti attorno al pianeta sul suo piano equatoriale. Scoperti da Huygens nel 1655, il loro aspetto dalla Terra cambia a seconda della sua posizione orbitale. Possono apparire completamente aperti alla nostra visuale, ma anche di taglio, rendendosi invisibili a qualsiasi telescopio. In quei periodi è possibile osservare le eclissi provocate dai suoi satelliti sul globo, specie da parte di Titano.

Quando il gigante gassoso si trova alla minima distanza dalla Terra, è uno dei soggetti più osservati da parte degli astrofili, ed è da molti considerato il più bel pianeta del Sistema Solare. Dopo la Terra naturalmente. Quest’anno il sesto pianeta in ordine di distanza dal Sole – chiamato anche il Signore degli anelli –  raggiungerà l’opposizione il prossimo 20 Luglio. In queste sere è già visibile ad occhio nudo nella seconda metà della notte. Sorge infatti poco prima di mezzanotte e raggiunge un’altezza di 28 gradi alla latitudine di Roma. 

Saturno, Giove e la Luna stasera

La sua magnitudine (termine latino che indica la luminosità), sarà di +0.89, quindi facilmente osservabile senza l’ausilio di strumenti coma una “stella” che brilla di luce giallognola.

A fare compagnia al pianeta – ovviamente in maniera solo prospettica –  questa sera ci saranno Giove e la Luna.

Gli anelli si rendono visibili con l’ausilio di un binocolo come una protuberanza, proprio come lo osservò Galileo Galilei con il suo piccolo cannocchiale; ma è soltanto in un piccolo telescopio che è possibile scorgere il fondo cielo tra essi e il disco.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it