Published On: Lun, Ago 17th, 2020

Le ‘mammatus’ su Taranto: come si formano le nubi a grappolo

Le mammatus sono un particolare tipo di nubi temporalesche che si formano in presenza di più processi simultanei, tra cui le intense correnti ascensionali, calma di vento in quota e un alto tasso di umidità relativa presente nei bassi strati. Situazioni ben presenti quest’oggi sul capoluogo ionico.

Immagine 1, le nubi Mammatus il 4 Luglio 2019 – Credit: Renato Sansone, Geomagazine.it

Prendono il loro nome dalla somiglianza con le mammelle e possono essere ben osservate nel luogo in cui generalmente si smorza un temporale, dov’è presente uno strato d’aria più secco. Quando il temporale si attenua, o l’incudine della nube a sviluppo verticale arriva a distendersi fino a molti chilometri di distanza dalla torre principale, sull’incudine stessa tenderanno a prevalere i cristalli di ghiaccio di piccole dimensioni, ma in grandi quantità; questi inizieranno a scendere verso il basso per gravità, ma appena usciti dalla nube troveranno subito un ambiente secco e freddo (quote di migliaia di metri sopra la superficie).

Avviene quindi la sublimazione, che permette all’acqua di tornare sotto forma di vapore acqueo e di risalire verso l’alto. Data la grande mole di acqua in gioco, il moto di discesa da una parte e di risalita dall’altra, si organizzerà con una certa regolarità e simmetria spaziale.

Le incudini temporalesche di oggi – Credit: Renato Sansone, Geomagazine.it

In questo momento sono in corso temporali isolati lungo le aree collinari della Basilicata, le cui incudini si sono rese ben visibili dalla città dei due mari. La presenza di tali nubi delinea proprio la fine del temporale, acuendo la sensazione di afa sulla città.

N.b.: l’immagine in evidenza e l’immagine 1 allegata all’articolo si riferiscono allo scorso 4 Luglio 2019, ma non sono mancate segnalazioni nella giornata odierna.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it