Published On: Lun, Dic 18th, 2023

Il metano nelle profondità delle Svalbard: analisi del permafrost artico

Nelle fredde profondità del permafrost delle Svalbard ci sarebbero milioni di metri cubi di metano intrappolato che potrebbero sfuggire nell’atmosfera. Questa rivelazione solleva preoccupazioni significative, poiché una fuga su larga scala potrebbe innescare un ciclo di riscaldamento, aumentando le emissioni e alimentando ulteriormente il cambiamento climatico.

Il dottor Thomas Birchall del Centro Universitario delle Svalbard, autore principale di uno studio pubblicato su Frontiers in Earth Science, ha dichiarato che il metano è un potente gas serra e che attualmente la sua fuoriuscita dal permafrost è limitata. Tuttavia, il cambiamento climatico, con il ritiro dei ghiacciai e lo scioglimento dello stesso permafrost, potrebbe aprire la strada ad un aumento delle emissioni.

Dettagli Scientifici

Il permafrost, che designa un terreno perennemente congelato, è estremamente diffuso nelle Svalbard. Tuttavia, esso non è uniforme, e nella parte occidentale delle isole, più calda a causa delle correnti oceaniche, si presenta più sottile e irregolare. La base del permafrost è stata esaminata utilizzando dati storici da pozzi di ricerca e commerciali, rivelando accumuli di gas potenzialmente instabili.

Risultati e Preoccupazioni

Gli scienziati hanno scoperto che gli accumuli di gas sono più comuni del previsto. Questa scoperta solleva preoccupazioni sulla possibilità che il metano, un potente contribuente al riscaldamento globale, possa sfuggire in quantità maggiori di quanto inizialmente ipotizzato. Birchall ha sottolineato che il riscaldamento del clima sta causando l’espansione dello strato attivo di permafrost, ma la comprensione del cambiamento nel permafrost più profondo è ancora limitata. D’altronde, il flusso di fluidi sotto il permafrost è cruciale per prevedere il comportamento futuro del metano intrappolato. 

La prospettiva di una potenziale fuga su larga scala richiede ulteriori ricerche per comprendere appieno gli impatti ambientali e climatici di questo fenomeno. Il monitoraggio continuo e l’approfondimento della comprensione del permafrost sono essenziali per affrontare questa minaccia emergente e mitigare i rischi associati al cambiamento climatico globale.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it