Published On: Mar, Gen 2nd, 2024

Pianeti erranti nella Fascia di Kuiper? I dati del James Webb Telescope

Un recente articolo pubblicato sull’Astrophysical Journal Letters ha sollevato l’interessante possibilità dell’esistenza di pianeti fluttuanti delle dimensioni di Marte nel sistema solare esterno. Lo studio, condotto da Amir Siraj, uno studente di dottorato del Dipartimento di Scienze Astrofisiche dell’Università di Princeton, suggerisce che questi pianeti potrebbero essere stati catturati dalla gravità del Sole molto tempo fa e che ora orbitino ad una distanza eccezionalmente lontana, circa 1.400 unità astronomiche (UA). Il contesto di questa scoperta è affascinante, considerando che Plutone orbita a soli 39 U.A.

OLTRE LA FASCIA DI KUIPER

La fascia di Kuiper, che si estende fino a 1.000 Unità Astronomiche, comprende il nostro sistema solare esterno, ma il nuovo studio apre la possibilità di corpi planetari che vagano oltre questa regione. La ricerca si basa sull’analisi di dati provenienti dal James Webb Space Telescope (JWST) della NASA, che ha identificato potenziali candidati per pianeti erranti delle dimensioni di Giove. 

Amir Siraj spiega che l’indagine sui pianeti fluttuanti può offrire una preziosa comprensione in tre aree chiave dell’astrofisica. Prima di tutto, la loro formazione fornisce una comprensione sul processo di formazione del sistema planetario, aiutando a chiarire come si sono formati sistemi come il nostro. In secondo luogo, la possibilità che i pianeti erranti siano abitabili apre nuove prospettive sulla ricerca di vita extraterrestre. Infine, le interazioni dinamiche con stelle e sistemi planetari possono offrire informazioni uniche, considerando che questi corpi planetari non sono legati ad alcuna stella specifica.

LE SIMULAZIONI

La possibile presenza di un corpo delle dimensioni di Marte o addirittura di Mercurio a circa 1.400 UA dal sole deriva dalle simulazioni computerizzate. Simulazioni che hanno calcolato le probabilità di cattura dei pianeti erranti nel sistema solare esterno. Il significato di un pianeta terrestre così distante potrebbe essere enorme, poiché studiarlo nel dettaglio potrebbe rivelare informazioni sulla formazione planetaria attorno ad altre stelle. Inoltre, il fatto che sia un pianeta terrestre suggerisce la presenza di una superficie rocciosa, rendendolo un soggetto di grande interesse per comprendere l’abitabilità degli esopianeti.

Lo studente suggerisce che il microlensing potrebbe essere il metodo preferito per rilevare i pianeti orfani, aprendo la strada a nuove scoperte nell’affascinante campo dell’astrofisica.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it