Published On: Gio, Set 10th, 2020

Clima, il 2020 considerato un anno nefasto. Gli scienziati: “lo sapevamo e andrà sempre peggio”

Qualunque sia il notiziario scelto, in rete o in televisione, non mancherà una notizia inerente i disastri ambientali nel mondo.

IL PRESENTE – Dagli incendi all’inquinamento da plastica, dalle temperature record alle inondazioni, dai tornado agli uragani, il clima della Terra e la devastazione dei suoi habitat stanno facendo parlare anche ‘i non addetti ai lavori’. E lo fanno di anno in anno con maggior vigore, dando l’idea di aver raggiunto il punto di non ritorno. Naturalmente gli estremi climatici sono sempre esistiti e le notizie in passato non avevano la possibilità di essere così divulgate, ma la sensazione è realmente di un clima sempre più pericoloso.

Lo dimostrano i dati dei gas serra che permettono un mondo sempre più caldo, e di conseguenza maggiore energia in gioco. Lo dimostrano i devastanti incendi mondiali e i valori termici sempre più elevati. Nulla di paragonabile alle intense devastazioni che hanno colpito la storia della Terra, dalle glaciazioni alle eruzioni a catena dei vulcani, passando per l’impatto con le rocce spaziali; ma, escludendo le variabili naturali, è ormai chiaro come l’uomo ci abbia messo il suo zampino.

Migliaia di ettari di boschi stanno bruciando in California, alimentati da una lunga siccità e da temperature elevatissime. Le fiamme hanno persino raggiunto lo stato dell’Oregon, solitamente non interessato. Nel frattempo l’Atlantico è alle prese con la sedicesima e la diciassettesima tempesta tropicale dell’anno, un numero da record. Il tifone Haishen ha colpito pesantemente il Giappone e la penisola coreana e lo scorso mese la Death Valley ha raggiunto con molta probabilità, la temperatura più alta di sempre.
Phoenix continua a stabilire record di caldo, mentre il Colorado ha visto un crollo termico impressionante che ha riportato la neve sulle alture. In queste aree si sono verificati cali sino a 60°C sulle Montagne Rocciose, che hanno visto un repentino cambio di stagione, dall’estate all’inverno, in poche ore. E ora si farà nuovamente strada l’estate. La Siberia, nota per il suo clima gelido con ampie escursioni stagionali, ha raggiunto valori record nel polo del freddo, raggiungendo i 38°C a Verkhoyansk. E ancor prima, l’Australia, l’Amazzonia e la stessa Siberia erano alle prese con fiamme record. E in mezzo a tutto ciò, la tempesta Derecho nell’Iowa, capace di causare miliardi di dollari di danni a causa del forte vento.

La lista avrebbe potuto essere più lunga, ma ci siamo limitati agli eventi più disastrosi. Lo scenario apocalittico non fa parte di un romanzo, ma è ciò che è accaduto negli ultimi mesi.  E quasi tutti gli eventi descritti hanno probabilmente una connessione con il cambiamento climatico.

Anche a causa della pandemia di Coronavirus, in molti hanno “maledetto” il 2020, considerato un anno nefasto, ma la realtà, secondo gli scienziati, è ben più seria. “Un giorno – dice Kim Cobb, scienziato del clima della Georgia Techguarderemo a questi anni e diremo che rappresentavano bei tempi, quando ancora i disastri erano limitati“.

Andrà molto peggio, quindi.

IL FUTURO – Il capo delle scienze ambientali della Colorado University, Waleed Abdalati, ex capo scienziato della NASA, ha detto che il trend dei disastri a causa dei cambiamenti climatici antropici è chiara ed è la fisica di base.

Credo fermamente che guarderemo indietro tra 10 anni, sicuramente 20 e sicuramente 50 e diremo, Wow, il 2020 è stato un anno pazzo, ma mi manca”, ha detto Abdalati.

Questo perché quello che sta accadendo, gli scienziati l’avevano predetto già 10-20 anni fa, e quasi sicuramente avranno ragione anche nelle previsioni future.

Insomma, i media hanno continuato a sostenere che Venezia e intere città costiere nel 2020 sarebbero già state sommerse, quando in realtà sono ancora li, ma quelle previsioni rappresentavano il peggio di quanto i modelli stocastici, nella loro visione, potessero immaginare. Gli scienziati hanno sempre fornito uno scenario A e B, basato sul range di errore dei modelli. E i media hanno scelto quello estremo.

Naturalmente una previsione è sempre una probabilità che un evento si realizzi, non una certezza. “Ma il 2020 avrebbe potuto essere il soggetto di un meraviglioso film di fantascienza del 2000“, dice Cobb. “E le prospettive non sono rosee, anzi, sono sempre più cupe. Gli anni 2030 saranno decisamente peggiori“, sostiene lo scienziato.

Ciò che dobbiamo aspettarci, in sintesi, sono venti più forti, maggiori episodi di siccità, fenomeni più violenti e frequenti inondazioni“, dice Abdalati. Dovuti ad un mondo sempre più caldo.

Consideriamo l’ambiente come un motore: “Abbiamo iniettato più energia nel sistema perché abbiamo intrappolato più calore nell’atmosfera“, ha affermato Petteri Taalas, Segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Ciò significa più energia per le tempeste tropicali e modifiche ai modelli di pioggia che portano siccità in alcuni luoghi e forti piogge in altri.

Gli scienziati stabiliscono anche collegamenti diretti tra ondate di calore e cambiamento climatico.

Alcuni disastri al momento non possono essere direttamente collegati al riscaldamento provocato dall’uomo, come la tempesta Derecho“, ha detto Overpeck. Ma guardare il quadro generale nel tempo mostra il problema, e si riduce alla fisica di base dell’energia termica intrappolata.

Non sono un allarmista. Non voglio spaventare le persone“, ha detto Abdalati. “È un problema con enormi conseguenze ed è troppo importante non fare bene“.

Tuttavia, anche se il clima probabilmente peggiorerà, Overpeck è anche ottimista su ciò che penseranno le generazioni future quando guarderanno indietro al clima del 2020. La sua speranza, come quella di chiunque altro non coinvolto in una serie di interessi, è quella di avere maggiore consapevolezza e di ridurre le azioni antropiche che stanno devastando il nostro pianeta.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it