Published On: Ven, Set 8th, 2023

Campi Flegrei: INGV, ecco perché la terra trema

La caldera dei Campi Flegrei è una regione vulcanica con una lunga storia di attività. Quest’area è caratterizzata da sollevamenti e abbassamenti del suolo (fenomeno noto come bradisismo), eruzioni di gas attraverso fumarole, e attività sismica. Gli eventi più recenti di instabilità risalgono al 1969-72 e al 1982-84, che hanno costretto molti abitanti a evacuare.

Dal 2005, si è osservato un lento sollevamento del suolo, culminato a Luglio nei 111 cm del Rione Terra. Come si legge nell’ultimo bollettino INGV, da gennaio 2023 il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è di circa 15±3 mm/mese. Il sollevamento registrato alla stazione GNSS di RITE è di circa 23.5 cm da gennaio 2022.

Ci sono stati sciami sismici, il più grande il 18 agosto, con centinaia di terremoti di magnitudo massima di 3.6, concentrato principalmente nell’area del Rione Terra a Pozzuoli. Nella serata di ieri, invece, un evento di magnitudo 3.8, localizzato a 2 Km di profondità, si è verificato nell’area degli Astroni, oasi naturale al confine tra Napoli e Pozzuoli.

PERCHE’ LA TERRA TREMA?

Come si legge sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, le cause di questo sollevamento possono essere attribuite alla risalita di gas e alla pressurizzazione del sistema idrotermale sottosuperficiale. Questi fenomeni, infatti,  causano fratture nelle rocce e terremoti. La sismicità è concentrata nell’area di sollevamento massimo e a bassa profondità, principalmente a causa delle alte temperature nella crosta terrestre sotto i Campi Flegrei.

La risalita dei fluidi magmatici sembra essere pulsante e proviene da profondità di 6-8 km, da una vasta camera magmatica sotto i Campi Flegrei. Questi fluidi interagiscono con le rocce superficiali e il sistema idrotermale superficiale, causando il rilascio di grandi quantità di gas, tra cui oltre 3000 tonnellate di CO2 al giorno nell’area di Solfatara-Pisciarelli.

PROBABILITA’ DI ERUZIONE BASSA

La Solfatara di Pozzuoli – Credit: Renato Sansone, geomagazine.it

La sorveglianza vulcanica e il monitoraggio continuo mirano a rilevare eventuali cambiamenti nel sistema superficiale e profondo per prevedere possibili eruzioni vulcaniche. Attualmente, la probabilità di un’eruzione vulcanica è bassa perché non ci sono prove di risalita di magma verso la superficie. Nell’ultimo bollettino diramato dall’INGV non si segnalano variazioni significative dei parametri geochimici. Sulla base dell’attuale quadro dell’attività vulcanica sopra delineato, non si evidenziano, pertanto, elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine.

Tuttavia, il vulcano è in costante evoluzione e prima o poi potrebbe eruttare nuovamente. L’INGV-Osservatorio Vesuviano monitora attentamente la situazione e comunica tempestivamente qualsiasi cambiamento alle autorità competenti.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: INGV

PER APPROFONDIRE:

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it